“La tecnologia può essere un inizio importante, anticipando magari la visita in presenza allo spazio museale. Quelle paure che possono sorgere nel museo, potrebbero non svilupparsi con un primo approccio virtuale e permettere agli educatori di conoscere l’autismo anche con questa modalità. Apriamoci attraverso la rete, impariamo con un video”. Sono le parole di Roberta Biondini, giovane artista laureata all’Accademia delle Belle Arti Carrara di Bergamo, che ha parlato delle esperienze vissute in prima persona sul tema dei disturbi dello spettro autistico.
E l’arte e la tecnologia possono costituire un supporto proprio in tal senso: “Cambiare, fare qualcosa di diverso, è una ricchezza che normalmente non ci viene proposta, conoscerci attraverso uno schermo può rappresentare una nuova apertura che ci aiuta a superare distanze e differenze”, ha affermato l’artista.